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Visita al Duomo di Ravello: orari e biglietti del museo

La piccola cittadina di Ravello, sita sulla costiera amalfitana, è una delle tante bellezze da visitare che si affacciano sullo splendido golfo di Salerno. A 350 metri a picco sul mare, Ravello offre un panorama affascinante e suggestivo, oltre al patrimonio artistico culturale che si respira in tutta la zona. È infatti anche conosciuta come città della musica grazie al Ravello Festival che viene qui organizzato ogni anno.

L’attrazione principale: il duomo

Il Duomo spicca nella piazza omonima, l’antica sede vescovile di origine benedettina risalente al 1086, con il suo particolare campanile del XIII secolo dalla visibile influenza bizantina. Il duomo è dedicato a Santa Maria Assunta e custodisce al suo interno un’importante reliquia: il sangue del patrono, San Pantaleone, versato nel momento della sua morte durante la persecuzione nel 305 d.C. Ogni anno, nell’anniversario del martirio, il 27 luglio, si può assistere alla liquefazione del suo sangue.

L’architettura e l’arte

Il duomo presenta una croce latina con tre navate sormontate da archi a tutto sesto che poggiano su enormi colonne con capitelli di spoglio.

Il pulpito è stato donato da Nicola Rufolo nel 1272, opera di nicola di Bartolomeo da Foggia. Al centro si può notare il lettorino a forma di aquila che regge un codice con la scritta in latino In Principio Erat Verbum.

Nell’abside centrale si trova l’altare di marmo risalente al 1600,costituito da un sarcofago medievale del 1362 con sopra l’iscrizione dei nomi dei primi otto vescovi di Ravello. Inoltre, si può ammirare nella nicchia la statua del 1700 della Madonna Immacolata.

Nell’abside a destra si trova l’altare di marmo della fine del 1700 con una pala che ritrae l’Arcangelo Michele che sconfigge il demonio, opera di Giovan Angelo Amato del 1583, mentre l’abside a sinistra è stata visibilmente ampliata per far posto alla cappella, fatta costruire apposta nel 1617 dal vescovo Bonsio per custodire il reliquario in argento dorato contenente l’ampolla con il sangue del santo patrono. Il martire e medico viene venerato soprattutto nella Chiesa Ortodossa.

L’altare è decorato con una tela del genovese Geronimo Imperiale risalente al 1638 che raffigura San Pantaleone legato al tronco di un ulivo insieme a Ermolao, il sacerdote che fece convertire il santo. Inoltre si trovano due tele più piccole che raffigurano San Tommaso Apostolo e Santa Barbara.

La porta principale in bronzo, realizzata nel 1179 da Barisano Da Trani, venne donata da Sergio Musciatella, un nobile del posto. È costituita da 80 formelle, 26 decorative e 54 figurate. Utilizzando la tecnica del bassorilievo vengono rappresentati in ordine, dal basso verso l’alto, il mondo animale, vegetale, umano e celeste.

Sotto l’arco di ingresso si ammirano degli affreschi con scene di vita del santo ed il transetto è rivestito da una decorazione in stile barocco del VIII secolo.

I due amboni e la cripta

Tra le opere più affascinanti troviamo l’ambone rogadeo e l’ambone rufalo.

L’ambone rufalo, o comunemente chiamato del vangelo, venne realizzato nel 1272 da Nicola di Bartolomeo da Foggia.

L’ambone rogadeo, o dell’epistola, è stato donato da Costantino Rogadeo, secondo vescovo della diocesi, nel XII secolo e raffigura il profeta biblico Giona in lotta con il mostro marino.

La cripta sotterranea è composta da sei colonne in granito con quattordici volte a crociera e diverse tipologie di capitelli, dai corinzi ai medievali. Questo luogo è stato sede della confraternita della Madonna del Carmine dal 1679 al 1935 e oggi ospita i Musei dell’Opera e la Pinacoteca d’arte medievale e moderna.

I musei

Il museo dell’Opera è stato istituito nel 1983 esattamente nel luogo in cui sorgeva una volta il cimitero della cattedrale. È diviso in tre sezioni: lignea, pittorica e con la collezione di icone, nella cappella feriale di San Pantaleone.

Dalla navata a sinistra del duomo si accede invece alla Pinacoteca dove è esposta la quadreria con dipinti risalenti dal XVI al XIX secolo, tra cui spiccano le opere di Giovanni Angelo e Giovanni Antonio d’Amato.

Da qui si può accedere a Via Tecta, dove si trova la parte riservata all’arte contemporanea.

Si può accedere al museo tutti i giorni dalle ore 9 alle 19, il costo del biglietto è di circa 3 euro.

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