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Orari di visita del Convento di San Francesco e Sant’Antonio al Borgo Scacciaventi di Cava de’ Tirreni

Oggi vi presentiamo uno dei complessi più suggestivi e magici dell’Irpinia, in provincia di Salerno: il Convento di San Francesco e Sant’Antonio al Borgo Scacciaventi di Cava de’ Tirreni.

Ci troviamo in un borgo del 1400, in una grande piazza accanto alla statale 18 che dalla città di Napoli conduce a Salerno.

In generale, il convento è accessibile al pubblico tutti i giorni feriali dopo le 19, compreso il sabato.

La domenica è aperto dalle 8,30 alle 20,30.

Scopriamo qualche informazione utile su questo meraviglioso convento, tra pillole di storia e curiosità.

La storia del Convento

Il Convento francescano risale al XV secolo ed è un omaggio a San Francesco di Assisi e Sant’Antonio di Padova.

La chiesa superiore, risalente al 1500, ha subito gravissimi danni durante il terremoto del 1980, e ci sono voluti quasi 13 anni per restituirle l’antico smalto.

Nonostante il sisma abbia distrutto gran parte della struttura, è stata risparmiata la facciata che si mantiene intatta ancor oggi, mostrando due ordini architettonici principali, uno dorico e uno ionico.

Al centro potete vedere il balcone con la balaustra, mentre sulla destra si erge imponente il campanile del 1500, decorato da ben 4 ordini e da finestre ad arco che lasciano scorgere le campane che suonano festose e animano la vita degli abitanti di Cava de’ Tirreni.

La chiesa del convento si affaccia sulla piazza maestosa, una delle attrazioni più suggestive di tutta la provincia di Salerno e di quegli ameni luoghi.

L’interno della chiesa di Sant’Antonio e San Francesco è raffinata e molto luminosa, grazie soprattutto ai finestroni laterali.

Proseguendo tra le navate, potete ammirare il mastodontico portale realizzato in tufo nero, un altro tratto distintivo di questo edificio religioso cinquecentesco.

La chiesa è riccamente decorata, fra capitelli corinzi e balaustre di marmo; accanto all’abside e alla sacrestia è conservato un antico lavamani che fu recuperato da un sarcofago del 1 secolo d.C., in epoca imperiale.

Non possono mancare importanti riferimenti pittorici come il soffitto ampiamente affrescato e le 11 tavole del ‘600 che rappresentano l’ordine francescano.

Le navate laterali sono a crociera, e nel complesso 21 cappelle arricchiscono i lati della chiesa. Suggestivo l’altare maggiore, impreziosito dal marmo e dalla madreperla, con 4 angeli e il Coro diurno che sta alle spalle.

Una curiosità: il santuario della chiesa di San Francesco e Sant’Antonio di Cava dè Tirreni custodisce il più grande incensiere del mondo, bagnato completamente in argento e dal peso di 70 kg.

La chiesa inferiore è stata costruita dopo il terremoto e presenta uno stile moderno ma sobrio: è dedicata all’Immacolata Concezione della Vergine Maria, raffigurata nella tavola del XVI secolo che è posta a sua volta all’interno della cornice azzurra e accanto al pozzo di pietra.

Collega le due chiese, quella originaria e quella costruita dopo il terremoto, la cripta, un luogo ideale per la meditazione e la preghiera dei fedeli.

Viene alla luce soltanto dopo il sisma e i lavori di ristrutturazione: si tratta di un ambiente piuttosto povero da un punto di vista decorativo, ma ricco di elementi simbolici e liturgici tra cui le reliquie di San Francesco e di Sant’Antonio, oggetto di culto, venerazione e cerimonie solenni.

Il complesso vede il suo maggiore splendore storico nel periodo tra il XVII e il XVIII secolo, ma è da sempre storicamente soggetto a terremoti e incursioni belliche.

Grazie alla comunità e agli abitanti della cittadina, compresa la dedizione dei frati, l’edificio è sempre stato ristrutturato durante le epoche e ancor oggi mantiene l’originario splendore.

Chicche preziose da non lasciarsi scappare

Il convento custodisce una deliziosa biblioteca, caratterizzata dal soffitto spiovente e dagli antichi mobili in legno rovere.

Potete ammirare, durante il periodo natalizio, il presepe monumentale, una magnifica occasione per ritrovarvi con la famiglia e i vostri bambini.

Infine, il convento dei santi San Francesco e Sant’Antonio ospita il centro di accoglienza pastorale della provincia religiosa di Salerno e della Lucania, oltre alla mensa dei poveri.

Un complesso completamente inserito nella natura, in cui si affaccia la montagna ‘A cava, come la chiamano gli abitanti in dialetto locale, che fa parte della zona tutelata del Parco regionale dei Monti Lattari.

Un territorio magico, in cui visitare numerose attrazioni culturali tra cui biblioteche, musei dell’Irpinia, sale espositive e gallerie.

Non dimenticate che è anche l’occasione per fare delle belle escursioni en plein air, all’aria aperta, completamente circondati dalle bellezze naturali del luogo.

Cosa si mangia in queste zone?

Melanzane alla cioccolata, pastiera di maccheroni e il pane con la milza, un piatto rustico e tradizionale che si serve soprattutto durante la sagra di Montecastello.

I dolci sono un’altra autentica eccellenza tipicamente campana, tra cui zeppole, chiacchiere e struffoli, serviti durante le festività religiose e farciti con limone e ricotta, prodotti tipici del luogo.

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