Procida, di natura vulcanica, è l’isola più piccola del golfo di Napoli e custodisce una delle abbazie più ricche e prestigiose di tutto il Meridione. È facilmente raggiungibile tutto l’anno con i molti traghetti e aliscafi che partono, soprattutto d’estate, dalle altre isole e da Napoli e Pozzuoli. Si affaccia a più di 90 metri a picco sul mare sul promontorio di Terra Murata ed è il centro di un borgo medievale molto suggestivo e affascinante. Da qui si può ammirare un panorama mozzafiato su Capo Miseno e sul Vesuvio.
La storia
L’abbazia venne costruita dai monaci benedettini nel 1026, e verso la fine del 1400 venne affidata ai cardinali che la fecero diventare la loro residenza con chiesa annessa. Prima infatti era dedicata a Sant’Angelo e solo successivamente fu intitolata al patrono dell’isola, San Michele Arcangelo.
La sua posizione era strategica e fu la prima abitazione dell’isola, resa protetta dalla cinta di mura dove la popolazione trovava rifugio dalle incursioni dei barbari prima, dei saraceni po.
L’edificio nel corso dei secoli venne distrutto e ricostruito varie volte fino alla restaurazione più importante del 1561 ad opera del cardinale Innico D’Avalos che lo trasformò in quella che possiamo vedere adesso. L’abbazia è strutturata su due livelli: nella parte superiore troviamo la chiesa, mentre in quella inferiore il complesso museale.
La chiesa
Per entrare nel complesso ci sono due ingressi. Il principale è la Porta del Carmine, risalente al 1600, costruita in pietra di piperno. L’altro portone si trova nel lato opposto e ad accogliere i visitatori c’è la statua dell’Arcangelo Michele con un’iscrizione in latino che tradotta recita ‘Difendici nella battaglia’.
La pianta è a croce latina asimmetrica con tre navate. In quella centrale si può ammirare il soffitto a cassettoni in legno e oro con San Michele raffigurato al centro mentre sconfigge satana, un’opera datata 1699.
A sinistra si trovano tre cappelle del 1800: la prima ospita una statua in legno e oro della Madonna del Carmine, la seconda una statua di San Michele in argento e nella terza troviamo una ricostruzione della Grotta di Lourdes.
Complessivamente ci sono ben 17 altari e un’abside con il coro ligneo del XVII secolo sormontato da quattro dipinti del 1690 del pittore di scuola napoletana Nicola Russo, allievo prediletto di Luca Giordano.
Ai lati del transetto si trovano a destra la cappella dello Spirito Santo e a sinistra quella del Santissimo Sacramento. Ovunque si può ammirare la bellissima pavimentazione in marmo del XVIII secolo.
Il complesso museale
I sotterranei del complesso museale sono suddivisi in tre livelli. Al primo si trovano il famoso presepe realizzato nel XVIII secolo in terracotta e legno, e la cappella che custodisce statue e paramenti sacri. Al secondo livello si può ammirare la cappella di San Michele, affrescata nel XVIII secolo e fino al 1885 sede della confraternita dei turchini devoti alla Vergine Immacolata, che venne restaurata nel 1907. All’interno si trovano la statua di San Michele e un organo in legno intagliato e dorato da Domenico Antonio Rossi, risalente al 1770. Qui si può anche rimanere affascinati dalla biblioteca, la quale custodisce 8mila volumi tra manoscritti e testi, pergamene esposte e otto corali benedettini molto pregiati. Addirittura qui è custodito uno dei primi atlanti atlanti del 1570, anche se il libro più antico è datato 1534.
Al terzo livello si trova la segreta, dove si effettuavano le riunioni dei membri della congregazione dei Rossi, fondata nel 1733 da Sant’ Alfonso Maria dei Liguori. È possibile ammirare una struttura lignea del XVIII secolo, oltre alla Deposizione del Cristo di Domenico Guarino del 1746. Attirano molto i turisti inoltre le tre bare intagliate e decorate d’oro del XIX secolo e gli ex-voto dipinti ad olio. Qui si trova anche la necropoli e l’ossario raggiungibili solo attraverso le botole, dove si possono vedere resti di parti del corpo che, grazie al microclima del posto, si sono mummificati. Per secoli la cavità al di sotto dell’abbazia venne usata come cimitero dell’isola.
Informazioni
L’entrata in chiesa è a offerta libera e tutte le domeniche si effettua la messa alle ore 9:30. Si consiglia di visitare l’abbazia con un tour guidato, che si può organizzare dal martedì al sabato con orario 10-12:45 e 16:30-18:30. Il lunedì e la domenica solo di mattina dalle 10 alle 12:45.
Due sono le processioni dedicate al patrono San Michele nel corso dell’anno: una si svolge l’8 maggio, data della sua apparizione nel 1535, con la statua trasportata per tutta l’isola, e l’altra il 29 settembre, ricorrenza degli arcangeli, giorno in cui il patrono benedice Procida.