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Visita alla Chiesa e al Chiostro di Sant’Eligio a Napoli: orari e come raggiungerla

Napoli ha un primato di tutto rispetto in quanto è la città con la maggiore concentrazione di chiese in tutta Europa.

Passeggiando nei vicoli del centro è possibile scorgere un numero considerevole di edifici di culto, e questa sua particolarità ha fatto sì che Napoli venisse considerata come la città delle 500 cupole.

Chi desidera visitare il capoluogo campano potrà organizzare un vero e proprio tour che raggruppi alcuni degli edifici più importanti e antichi della città, e tra questi c’è sicuramente la Chiesa di Sant’Eligio Maggiore, la più antica costruzione angioina di Napoli.

Arrivarci è molto semplice: chi intende usufruire dei mezzi può optare sia per la metropolitana, scendendo a Piazza Garibaldi, sia per i bus 151, 202, 254 dell’EAV che arrivano nei pressi di Corso Garibaldi, Piazzale Pisacane o Marina-Duomo, da cui la chiesa dista solo pochi minuti a piedi, precisamente in Via S. Eligio, 1.

Gli orari per visitare la Chiesa sono i seguenti:

dal lunedì al sabato 8:30-13:00

la domenica 9:00-13:30

Il consiglio è quello di dedicare un’intera mattinata alla visita di questo suggestivo posto, in quanto degno di nota è anche il Chiostro di Sant’Eligio Maggiore che, un tempo, era il cortile dell’Ospedale e dell’Ospizio adiacenti alla chiesa, da cui si può arrivare anche al Conservatorio di Sant’Eligio grazie a un ampio scalone.

Vediamo, dunque, nel dettaglio, la storia che ha dato origine a questo complesso così antico e quali sono le caratteristiche principali che lo compongono.

Storia e origini della Chiesa di Sant’Eligio a Napoli

Come abbiamo accennato, la Chiesa di Sant’Eligio a Napoli può essere considerata come una delle opere architettoniche di maggior rilievo della città partenopea.

Situata in uno dei vicoli del famoso Borgo degli Orefici, la sua costruzione un tempo dominava Piazza Mercato, rendendosi protagonista e testimone di tanti avvenimenti storici importanti come la morte di Corradino di Svevia, le sventure di Masaniello e tanti altri personaggi che, come lui, furono giustiziati in questo luogo.

Questa chiesa, di stampo gotico, fonda le sue origini nel lontano 1270 e la sua costruzione fu voluta da tre personaggi della classe nobile francese, legati alla corte del re Carlo I d’Angiò.

A quei tempi fu dedicata a Sant’Eligio in qualità di protettore degli orafi, dei numismatici e dei veterinari.

Successivamente, vennero affiancati alla chiesa un ospedale e una scuola di apprendimento femminile che potesse dare alle giovani donne la possibilità di istruirsi in medicina.

Anche se l’edificio conserva ancora molte delle caratteristiche originali, la sua architettura fu spesso oggetto di restauri e lavori, dovuti soprattutto agli eventi disastrosi che si sono susseguiti negli anni, come terremoti e incendi.

Tali opere di rimaneggiamento hanno messo ancor di più in evidenza l’aspetto spoglio e austero che era tipico dello stile gotico dell’epoca.

Da ciò ne deriva che l’edificio risulta avere un mix di materiali moderni, come tufo e piperno, alternati con elementi medioevali testimoniati dalle finestre esterne, dall’abside con la cupola ad ombrello e dal portale gotico intriso di motivi ispirati alla natura.

Interni della Chiesa di Sant’Eligio Maggiore

Come accennato, l’interno della chiesa ha conosciuto ricostruzioni molto essenziali, fedeli allo stile dell’epoca, e sono presenti in quasi tutta la struttura materiali di tufo giallo e strati di piperno grigio.

Divisa in tre navate con cappelle laterali, la Chiesa di Sant’Eligio conserva opere di grande rilievo storico, come il dipinto di Cornelis Smet che è considerato una sorta di copia del Giudizio Universale creato da Michelangelo.

Recandosi presso la Sala Sant’Eligio, invece, è possibile scorgere il luogo utilizzato dai sovrani in occasione delle feste popolari; qui si possono ammirare gli affreschi e le tele che raffigurano le Storie della Gerusalemme Liberata.

Chiostro di Sant’Eligio Maggiore

Annesso alla chiesa troviamo il Chiostro di Sant’Eligio Maggiore che, come accennato, un tempo era il cortile dell’Ospedale e dell’Ospizio; dall’ingresso della scala che collega questo spazio alla chiesa, si può ammirare un bassorilievo risalente al 1400 che raffigura il guerriero Andrea Carafa di Sanseverino, sormontato da uno stemma.

Questo personaggio fu giustiziato in piazza Mercato solo pochi giorni dopo le sue nozze e la sua testa è raffigurata anche sull’arco adiacente la chiesa.

La fontana presente in questo chiostro non ha portato con sé numerose testimonianze circa la sua origine; l’unica cosa certa è che fu fatta aggiungere dal conte Ognatte in un momento secondario alla costruzione del Chiostro e sulla cui vasca si possono ammirare le figure di animali come il leone, l’uccello e lo scorpione, che volevano simboleggiare la forza, il senso di libertà, soprattutto nei confronti delle riforme, e la versatilità degli uomini quando sono al cospetto di comandamenti e obbedienze.

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