Napoli, XVII secolo: in città si diffondono arte e architettura di stile Barocco, caratterizzate da sfarzo e vivacità in ogni rappresentazione. A Napoli, tuttavia, il Barocco si sviluppa in modo ancora più forte e personale che in molte altre città del Paese, tanto da prendere il nome di Barocco Napoletano.
I palazzi, le chiese, le opere d’arte nate in questo periodo, catturarono l’attenzione dei più grandi artisti del secolo XVIII, che elessero Napoli come una delle tappe obbligatorie del Grand Tour in Italia.
Tutte le bellezze della città, artistiche e naturalistiche continuano anche oggi, nel XXI secolo, ad attrarre visitatori da ogni parte del mondo e allora noi di viaggireligiosi.it vi presentiamo una delle tappe fondamentali per chi desidera scoprire la Napoli barocca: la chiesa di San Gregorio, con il Chiostro dell’XI secolo.
San Gregorio Armeno visse tra l’Armenia e la Cappadocia nel IV secolo d.C. e a lui si deve la conversione del Paese alla religione cristiana: intercedendo in favore del re malato,infatti, gli rese salva la vita, così che il sovrano si convertì al cristianesimo e fece convertire tutto il suo popolo. San Gregorio non smise mai di professare la sua fede e di evangelizzare la popolazione ed è per questo motivo che è venerato dalla Chiesa ortodossa. Tuttavia le sue reliquie si trovano a Napoli: il cranio di San Gregorio Armeno è custodito nella Chiesa di San Gregorio, dove fu messo in salvo dalla Badessa Anna Maria Ruffo, poiché rischiava di venire distrutto a Costantinopoli dagli iconoclasti.
La chiesa in cui è custodita la reliquia di San Gregorio è una chiesa monumentale e si trova in pieno centro storico, all’interno del Monastero Benedettino. L’edificio, consacrato nel 1579, è uno dei più grandi e antichi di Napoli.
Il luogo su cui è stata costruita la chiesa di San Gregorio Armeno è da secoli un luogo dedicato alla devozione: si dice che vi sorgesse un tempio in onore della dea Cerere, poi un monastero fondato dalla madre dell’imperatore Costantino e anche una chiesa medievale, prima che nel XV secolo venisse costruita l’attuale chiesa barocca.
Quando nel XIX secolo il generale francese Gioacchino Murat, nominato re di Napoli, fece sopprimere moltissimi monasteri in città, la Chiesa di San Gregorio Armeno fu tra i pochi edifici sacri a salvarsi e al suo interno furono portate in salvo le reliquie di tanti Santi.
Ricchissima di storia, la chiesa di San Gregorio è altrettanto ricca di bellezze artistiche e architettoniche: nel monastero, nella chiesa e nel chiostro si mostrano tutti i canoni del Barocco Napoletano, tra marmo e oro, stucchi e affreschi, colonne, intagli e decori dal Barocco al Rococò settecentesco.
La facciata della chiesa si presenta quasi austera se paragonata alla magnificenza degli interni. Il portale, centrale e in marmo, ospita il busto di San Gregorio, mentre dall’ordine superiore si aprono tre grandi finestre.
All’interno tutta la bellezza degli affreschi, delle colonne e delle statue in marmo e dei decori in oro, si concentra in un’unica navata nella quale si aprono cinque cappelle laterali. Ovunque si guardi è narrata una scena biblica, rappresentata dal pittore napoletano Luca Giordano.
Il chiostro, al centro del complesso monastico, in origine doveva essere l’orto della chiesa. Nei secoli è stato più volte ristrutturato fino ad assumere le attuali sembianze: al centro del cortile troviamo la fontana con le statue del Cristo e della Samaritana, mentre tutto intorno ci sono le aiuole con alberi da frutto. Altre statue, il pozzo e le cisterne sono ulteriori elementi che caratterizzano il chiostro.
Sul cortile si affacciano il refettorio, le celle delle monache, la farmacia, il forno e altri ambienti importanti per la vita monastica; visitando il chiostro avrete anche la possibilità di ammirare la Cappella della Madonna dell’Idra, con meravigliose tele e affreschi: la cappella faceva parte della chiesa medievale ed è oggi l’unica parte ancora esistente del vecchio edificio; trasformata in cripta, si trova a 4 metri sotto il livello del manto stradale.
Dal chiostro si aprivano in passato cinque belvedere, unico svago per le monache di clausura. Di questi ne rimangono solo tre ancora visitabili e, oggi come allora, la vista che offrono su Napoli e sul golfo è un incredibile spettacolo della natura.
Tra gli architetti e gli artisti che contribuirono a costruire la chiesa e il chiostro di San Gregorio troviamo nomi quali Giovan Battista Cavagna, Domenico Fontana, Ippolito Borghese e Paolo de Matteis. Monumento del Barocco Napoletano, il complesso di San Gregorio è ancora oggi un’attrazione da non perdere per chi vuole scoprire tutte le bellezze della città. Alla chiesa si accede da via di San Gregorio Armeno, la strada del centro antico di Napoli, oggi famosa per le botteghe artigiane e per i presepi.