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Quando visitare la Chiesa del Gesù Nuovo a Napoli? Biglietti e orari

Visitare la città di Napoli significa addentrarsi negli affascinanti vicoli che ne hanno caratterizzato la storia dalle antichissime origini.

Uno degli edifici che merita assoluto riguardo e considerazione è la chiesa del Gesù Nuovo, una tra le più importanti chiese del capoluogo campano.

Ciò che più desta meraviglia di questo luogo è la sua storia, unitamente alla struttura che rappresenta uno dei più elevati esempi di arte barocca napoletana.

Come arrivare, ingressi e orari delle messe

La chiesa è situata nel cuore del centro storico, in posizione davvero strategica, specie per i turisti che non conoscono la città ma che sicuramente non avranno alcun problema a trovarla, perché si trova nell’omonima piazza, a pochi passi dal famoso complesso Monumentale di Santa Chiara, cuore pulsante della vecchia Napoli.

Chiunque si trovi in giro per la famosa San Gregorio Armeno, Spaccanapoli e gli altri vicoli caratteristici della città, infatti non impiegherà molto per arrivare a piedi presso la chiesa del Gesù Nuovo.

Chi, invece, vorrà arrivare con i mezzi di trasporto può optare per le fermate della metro L1 di Dante o della L2 di Montesanto, poco distanti dall’edificio e dalla sua piazza.

La chiesa, inoltre, è aperta tutti i giorni dalle 7.30 alle 13.00, e dalle 16.00 alle 19.30, con ingresso gratuito per tutti i visitatori.

Chi vorrà partecipare alle Sante messe, invece, potrà seguire i seguenti orari:

nei giorni feriali alle 9.00 – 10.30 – 12.00 – 18.30

nei giorni festivi alle 8.00 – 10.00 – 11.30 – 13.00 – 19.30

Chiesa del Gesù Nuovo: storia e origini

Quella che oggi è considerata una delle chiese più importanti di Napoli, situata lungo il Decumano inferiore, ovvero nella famosa Spaccanapoli (così chiamata perché, se vista dall’alto, sembra dividere la città in due), è circondata da palazzi nobiliari e dal famoso obelisco dell’Immacolata.

La piazza nacque per volontà del re Carlo II d’Angiò; tutta quest’area era, in principio, un semplice spiazzale che fu ricavato dall’eliminazione dei vari orti presenti sul luogo e che cominciò a mutare a seguito delle diverse conformazioni urbanistiche successive al 1470, anno della costruzione del palazzo Sanseverino.

Altri palazzi nobiliari furono eretti nel periodo immediatamente successivo, e tutt’oggi sono presenti nella piazza: parliamo del palazzo Pignatelli di Monteleone e Palazzo Pandola.

Il palazzo Sanseverino fu voluto da Roberto Sanseverino, principe di Salerno e, in seguito, passò nelle mani dei suoi successori, arrivando a Roberto II e Ferrante Sanseverino che, insieme alla moglie Isabella, contribuirono ad esaltare la bellezza delle sale, degli interni e del giardino.

Il palazzo, infatti, divenne un importante punto di riferimento per tutta la società napoletana di epoca rinascimentale e barocca. Col tempo, però, gli spagnoli confiscarono tutti i beni a questa famiglia, obbligandola ad andare in esilio nel 1552.

I possedimenti dei Sanseverino furono venduti, e nel 1584 i gesuiti acquistarono palazzo e giardini, trasformandoli, col tempo, da edifici civili a luoghi di culto.

Tutta la struttura, comprese le sontuose sale e i giardini, furono completamente sventrati e rivoluzionati, salvando solo la facciata a bugne e il portale di marmo rinascimentale.

Fu poi nel 1601 che la chiesa venne consacrata e intitolata alla Madonna Immacolata, e successivamente rinominata chiesa del Gesù Nuovo.

La struttura, in seguito al terremoto del 1688, riportò gravi danni strutturali e pertanto furono eseguiti lavori di ricostruzione della cupola, ad opera di Riccardo Guglielmelli, e degli interni.

Il 1767 segnò l’anno in cui anche i gesuiti furono banditi dalla città di Napoli e la chiesa passò nelle mani dei francescani riformati che diedero alla chiesa il nome di Trinità Maggiore; il loro passaggio fu però breve, in quanto non erano totalmente sicuri della stabilità dell’edificio che, infatti, subì un altro crollo della cupola che fu poi totalmente abbattuta, causando la chiusura della chiesa per oltre trent’anni.

A partire da quel periodo, nel corso degli anni, molte furono le vicissitudini che accompagnarono le sorti della chiesa del Gesù Nuovo che, in epoca contemporanea, dovette far fronte anche ai bombardamenti del secondo conflitto mondiale. La storia ricorda di come una bomba cadde sul soffitto della navata centrale ma che, per miracolo, non esplose; ad oggi questa bomba, resa innocua, è ancora esposta nei locali adiacenti alla navata destra della chiesa.

Facciata e interni della Chiesa del Gesù Nuovo

La facciata della chiesa del Gesù è sicuramente tra le più affascinanti presenti sul territorio campano, con il bugnato rustico a punta di diamante che risale ai tempi della costruzione dell’allora Palazzo Sanseverino e che presenta tre grandi portali, ognuno relativo alle tre navate situate all’interno.

La chiesa è stata progettata a croce greca, con ben cinque cappelle per ogni lato; a destare meraviglia sono sicuramente i due organi posizionati nella zona antistante l’abside, uno dei quali è tutt’oggi funzionante.

Gli interni sono un’esplosione di stile barocco e tra le opere più importanti da menzionare ci sono sicuramente gli affreschi degli Evangelisti di Giovanni Lanfranco, le decorazioni marmoree di Cosimo Fanzago e l’affresco della “Cacciata di Eliodoro dal Tempio di Francesco” Solimena.

Da ricordare, infine, è la cappella dedicata a Giuseppe Moscati, santo venerato e adorato dall’intera città di Napoli; egli fu un medico di grande fama e prestigio che prestava cure ai poveri bisognosi senza chiedere nulla in cambio.

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