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Chiesa del Gesù Nuovo a Napoli: storia, leggenda e il culto di Giuseppe Moscati

La chiesa del Gesù Nuovo di Napoli, conosciuta anche come Trinità Maggiore, è una delle più storiche ed iconiche chiese della città, divenuta con il tempo una delle attrazioni turistiche principali del capoluogo campano, grazie alla sua storia e alle leggende che girano attorno ad essa.

Chiesa del Gesù Nuovo: una storia di oltre 500 anni

L’intera struttura fu completata nel 1470 per volontà del principe di Salerno Roberto Sanseverino, e si erge di fronte al suggestivo obelisco dell’Immacolata.

La chiesa è così denominata in quanto il palazzo originario fu sottratto a Pedro di Toledo per essere poi consegnato alla Compagnia di Gesù. Negli anni a seguire la facciata subì alcune modifiche, così come vennero aggiunte la cappella e rinomate opere d’arte, che rendono ad oggi la chiesa un luogo simbolo della cultura e dell’arte partenopea.

E’ nel 1597 che la chiesa apre al culto dei fedeli e alla celebrazione della messa, ma solo dopo la consacrazione avvenuta nell’ottobre di quattro anni dopo.

La struttura è miracolosamente sopravvissuta ad alcuni bombardamenti avvenuti durante la seconda guerra mondiale: a tal proposito, una delle bombe rimase inesplosa ed è possibile osservarla all’interno della chiesa.

La facciata, in bugnato rustico, è senza dubbio una delle più belle e caratteristiche tra quelle presenti in Italia, tant’è che è rappresentata sulla vecchia banconota da 10000 lire.

Lo stile degli interni

Gli interni della chiesa sono in stile barocco, in cui risaltano le decorazioni marmoree realizzate da Cosimo Fanzago e Francesco Solimena, che conferiscono vivacità ed eleganza.

All’interno troviamo 11 cappelle dedicate a santi e altri personaggi sacri, ricche di decorazioni sfarzose, colori brillanti e affreschi raffiguranti scene della Bibbia e altre simbologie sacre.

La cupola oggi visibile è stata soggetta a varie modifiche in seguito a incendi e terremoti.

L‘altare maggiore, invece, fa risaltare la statua della Vergine Immacolata, realizzata da Antonio Busciolano con marmo bianchissimo, che la rende una delle più belle ed iconiche statue presenti all’interno della chiesa.

Chiesa del Gesù Nuovo a Napoli: un luogo ricco di leggende

Come ogni luogo sacro che si rispetti, anche attorno a questa chiesa girano alcune leggende risalenti ai secoli scorsi che incuriosiscono ogni turista che vi fa visita.

Una di queste riguarda degli strani simboli non ben identificati (probabilmente, secondo uno storico, si tratterebbe di lettere aramaiche) che si trovano su tutta la particolare facciata della chiesa: su ogni piramide in bugnato sono incisi, dai taglia-pietra, dei simboli che accrescono il senso di mistero e di occulto che gira attorno alla chiesa.

In passato era tradizione pensare che i taglia-pietra fossero praticanti dell’occulto: per tale motivo si credevano capaci di trasmettere energie positive alle pietre, in modo da allontanare quelle negative.

La leggenda narra che Roberto Sanseverino ordinò ai maestri, che conoscevano bene questi riti, di incidere tali simboli per allontanare le energie negative; tuttavia, forse per malizia, i costruttori posero in modo sbagliato le piccole piramidi di pietra, cioè al contrario, in modo che le energie positive non andassero dall’esterno all’interno, ma nella direzione opposta.

Questo, secondo coloro i quali credono alla leggenda, spiegherebbe anche le numerose disgrazie che hanno colpito la chiesa e la famiglia Sanseverino, come terremoti, incendi e bombardamenti.

Il culto di Giuseppe Moscati

La Chiesa del Gesù Nuovo è rinomata anche per conservare le reliquie del medico-santo San Giuseppe Moscati,”medico dei poveri” che ha salvato tanti malati grazie alle cure gratuite, e che oggi è divenuto uno dei tanti protettori di Napoli.

Il santo era solito trascorrere lunghe ore di preghiera in questa chiesa, sia prima di iniziare i suoi incarichi da medico, sia una volta terminati.

All’interno della chiesa è possibile trovare anche una sua statua in bronzo: Moscati è raffigurato mentre porge la mano ai fedeli, simbolo di conforto e devozione.

Nel 1987 venne proclamato Beato e poi Santo: ad oggi, sono tanti i malati che si rivolgono a lui con preghiere e devozione.

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