La storia della religione cristiana nella città di Napoli è qualcosa che affascina non poco gli appassionati e i credenti e che, soprattutto in questa città, ha modo di essere scoperta, studiata e ammirata in vari modi.
La presenza di siti religiosi di matrice cristiana nel capoluogo campano sono innumerevoli, così come è decisamente stretto il rapporto che gli abitanti hanno con le tradizioni che appartengono alla religione e che probabilmente è così consolidato anche grazie al contesto in cui questo rapporto si sviluppa.
Tra i luoghi di maggiore importanza a Napoli abbiamo senza dubbio le Catacombe di San Gennaro, che ogni anno vengono visitate e ammirate da migliaia di persone per via della loro storia e di quello che riescono a raccontare.
Le Catacombe di San Gennaro si trovano nel quartiere Sanità e vi si accede tramite un ingresso presso la chiesa dell’Incoronata a Capodimonte.
La storia delle catacombe, come detto, è ricca di storia e di fascino e vede le sue origini intorno al secondo secolo dopo Cristo.
La struttura delle catacombe risulta decisamente caratteristica per via del luogo in cui sono state edificate, ossia al di sotto della collina di Capodimonte, terreno ricco di tufo giallo che ai tempi venne scavato e modellato in modo tale da dare origine a numerosi loculi che ancora oggi risultano ben conservati e facilmente apprezzabili insieme ai sarcofagi e ad un battistero. Le catacombe si sviluppano su due piani e la visita al loro interno è accompagnata da un profondo silenzio nel quale si possono ammirare delle caratteristiche uniche di questo sito in parte offuscate per via della profondità a cui si trovano, in altri casi l’ingresso di una luce fioca consente di ammirare determinate opere in maniera molto suggestiva in un misto di spettralità e bellezza assoluta. Il piano superiore delle catacombe è famoso per essere il luogo in cui anticamente venivano seppelliti i vescovi e che oggi grazie al lavoro degli esperti ha visto riportare alla luce opere di assoluto valore, come ad esempio la basilica adjecta.
Il nome delle catacombe è dovuto al fatto che sotto il pontificato di Giovanni I, per suo stesso ordine, vennero qui depositate le spoglie di San Gennaro; quelle del Santo patrono di Napoli però non furono le uniche spoglie presenti nelle catacombe, poiché intorno al quarto secolo anche quelle di Sant’Agrippino vennero depositate all’interno della struttura. Questo accadde per un motivo ben preciso: Sant’Agrippino era ritenuto come il primo patrono di Napoli, tanto che dal momento del deposito delle sue spoglie all’interno delle catacombe queste divennero un vero e proprio punto di preghiera per gli abitanti di allora che sceglievano di mostrare la loro devozione recandosi in maniera numerosa presso la Basilica ipogea posta nella catacomba inferiore, dove ancora oggi vengono celebrate delle messe.
Le spoglie di San Gennaro vennero successivamente trafugate da Sicone I durante l’assedio della città di Napoli: il motivo di questo gesto da parte del principe longobardo è da ricercarsi nel valore che veniva dato alle spoglie del Santo, in quanto erano ritenute miracolose e soprattutto fonte di guadagno per la città. Intorno al 1400 le spoglie sono poi tornate a Napoli.
Le catacombe al loro interno sono ricche di pitture e affreschi che venivano dedicati ai defunti; era infatti usanza comune, specialmente per le famiglie nobili e credenti, essere seppelliti dopo la morte all’interno delle catacombe. A queste famiglie, inoltre, venivano di solito dedicate opere di pittura che restano ancora oggi ben conservate sulle pareti in tufo giallo e che danno l’idea di quella che a suo tempo veniva considerata come una pratica abbastanza frequente.
Oltre a questo tipo di pitture dedicate alle famiglie più ricche, all’interno delle catacombe sono presenti altre opere di grande importanza storica e religiosa, come il ritratto più antico di San Gennaro, il ritratto di San Paolo e quello di San Gennaro e San Pietro.
All’interno altre opere architettoniche rendono unica la visita al sito: la cripta dei vescovi, ad esempio, rappresenta una delle opere di maggior suggestione, grazie alla presenza di numerosi mosaici, tra i quali uno dei più famosi è quello raffigurante il vescovo di Cartagine.
Il periodo successivo al trafugamento delle spoglie di San Gennaro equivalse ad una fase di abbandono delle catacombe a cui però fece seguito una costante opera di mantenimento accompagnata negli anni moderni ad opere di restauro che consentono alle catacombe di essere apprezzate a ammirate in tutto il loro splendore.