La città di Napoli rappresenta uno dei luoghi in cui è presente, in maniera decisamente accentuata, il rapporto tra la religione e gli abitanti, per via del passato che ha visto Napoli essere al centro di numerose vicende di matrice religiosa e che nel tempo hanno fatto in modo di renderla tra i luoghi iconici della cristianità.
La città è ricca di luoghi di culto importanti e spesso in ognuno di loro è nascosto uno specifico significato; tra tutte le chiese, le basiliche e i vari luoghi di preghiera, ne esiste uno in particolare che per la città di Napoli e per i napoletani rappresenta qualcosa di molto importante: questo luogo è la Basilica di San Lorenzo Maggiore.
La storia della Basilica di San Lorenzo Maggiore è suggestiva e ricca di fascino. Ai tempi in cui Napoli era capitale del Regno delle due Sicilie, la città si presentava in preda ad un abbandono causato dalle invasioni dei popoli stranieri, condizione non adeguata, secondo l’allora Re Carlo primo, per essere considerata come la capitale dell’antico Regno. Si decise di ricostruire le opere più importanti per rappresentare al meglio la città e la Basilica di San Lorenzo Maggiore venne sottoposta per prima ad una imponente opera di restauro, seguendo le richieste volute dallo stesso Re Carlo primo.
Quello che ne derivò, e che ancora oggi è facilmente visibile, fu un’opera dalle tipiche caratteristiche gotiche caratterizzata da una sola navata centrale con abside di chiara matrice gotico francese e ventitré cappelle poste ai lati della pianta.
Di queste cappelle, molte presentano degli affreschi di assoluto valore, ma il forte legame del popolo partenopeo è legato alla cappella ritraente la vita della Vergine Maria, opera di Antonio Cavarretto che la storia insegnerà essere stato allievo di Giotto. Tra le altre opere presenti all’interno delle cappelle si possono trovare l’Angelo Custode, realizzato da Francesco De Mura, e l’Adorazione dei Magi. Molte altre cappelle, invece, rappresentano la dimora di monumenti funebri appartenenti ad alcune famiglie nobili.
La Basilica è intitolata a San Lorenzo e presenta al proprio interno una raffigurazione del martirio a cui venne sottoposto; non è però la sola raffigurazione presente nella basilica, poiché si notano anche quelle di San Francesco e Sant’Antonio nella rappresentazione dei loro miracoli.
Gli scavi effettuati intorno agli anni settanta nei pressi della Basilica di San Lorenzo Maggiore hanno fatto riemergere quella che oggi viene conosciuta come la Neapolis sotterrata. Questa scoperta ebbe grande risonanza, poiché permise di conoscere l’organizzazione della città antica e cercare di ricostruire la storia del luogo negli anni precedenti la realizzazione dell’opera voluta da Re Carlo primo.
L’area è estremamente vasta e si estende fino a una decina di metri di profondità proprio al di sotto della Basilica.
Nella visita che può essere effettuata in questo sito colpisce la presenza di numerosi spazi utilizzati dai romani per le loro attività, tra cui spicca il macellum, il mercato romano che rappresentava probabilmente il luogo cardine delle attività della Neapolis. Si può ipotizzare, grazie alla presenza di numerosi reperti, che qui ci fossero numerose botteghe e un cortile caratterizzato da quello che viene definito “tholos”, ovvero la struttura dedicata al commercio dei vari generi di alimenti.
Ulteriori ritrovamenti hanno con il tempo condotto all’ipotesi che la Neapolis risalisse all’epoca greca,e in particolare fu il tratto degli scavi realizzato sotto il transetto della basilica a far concretizzare questa possibilità.
La Neapolis, se visitata, dà modo ancora oggi di scoprire una piccola parte della storia del territorio su cui molti anni dopo nacque la città di Napoli e, in particolare, rende chiaro il tipo di organizzazione che in età greco-romana veniva messa in atto.
Le ulteriori scoperte di stanze in cui avveniva la compravendita di oggetti, il mercato coperto che presentava addirittura una organizzazione interna per separare i vari ambienti e le vasche utilizzate per il lavaggio e la colorazione degli abiti, hanno reso la Neapolis un luogo molto gettonato dai visitatori di ogni parte del mondo.
La fine della Neapolis viene collocata dagli storici in un periodo molto vasto che va dal quinto secolo, in cui si ipotizza che le varie alluvioni e il tipo di terreno su cui l’area ricade ne avessero in qualche modo compromesso l’utilizzo a causa di vere e proprie valanghe di acqua e detriti che la sotterrarono; fino ad arrivare al tredicesimo secolo, periodo della realizzazione dell’attuale Basilica di San Lorenzo Maggiore che comportò la totale copertura della Neapolis per garantire delle fondamenta solide al luogo di culto ancora oggi utilizzato dal popolo partenopeo.