Al centro della sua omonima piazza, in pieno centro storico, spicca nella sua maestosità la Basilica di San Domenico Maggiore, una delle più importanti chiese di Napoli. Con annesso il convento, forma un complesso di grande rilevanza dal punto di vista culturale, storico e artistico.
La storia
La chiesa fu fatta costruire da re Carlo II d’Angiò nel 1283, inglobando una chiesa romanica preesistente, per un voto alla Maddalena a cui si era affidato per la liberazione dalla prigionia durante i vespri siciliani. Papa Alessandro IV la consacrò nel 1255 e si trova all’interno della chiesa una lapide che ricorda l’evento. È così diventata la chiesa della casata nobile degli Aragonesi e la casa dei padri domenicani.
La chiesa e la sagrestia
Si può accedere alla basilica attraverso due ingressi, che al principio erano tre, ma quello sotto il balcone del 1400 è stato chiuso al pubblico. Sulla piazza si affaccia l’abside mentre l’entrata principale è dal cortile del convento e infatti solo l’ingresso laterale da Vico San Domenico garantisce la giusta osservazione dall’effetto spettacolare garantito. Sul portone principale si può ammirare un tondo raffigurante san Domenico. Successivamente è stato costruito un altro accesso attraverso una scalinata voluta da Alfonso I d’Aragona, inglobando nella parte laterale la chiesetta di San Michele Arcangelo, eretta probabilmente nel X secolo.
La chiesa si presenta con una pianta in stile gotico a croce latina con tre navate, un ampio transetto e l’abside poligonale. Lateralmente si possono ammirare 27 cappelle, tra cui quella dedicata a San Carlo che custodisce le due tele di Mattia Preti, e la Cappella Brancaccio dove si trovano gli affreschi di Pietro Cavallini del 1300.
Con il restauro del 1800 di Federico Travaglini e Domenico Vaccaro, la chiesa perde un po’ di quello stile gotico originario, a favore di quello barocco.
Il vasto complesso ospita numerose opere dal grande valore artistico: fino a poco tempo fa ospitava anche la Flagellazione del Caravaggio, ora al Museo di Capodimonte, e di cui rimane una copia di Andrea Vaccaro. Troviamo inoltre dipinti di Cavallini, De Vivo e sculture Fonzaso.
Anche la Sagrestia, in pianta rettangolare in perfetto stile barocco, offre un’architettura di straordinaria bellezza ospitando inoltre l’affresco ‘Il trionfo della fede sull’eresia’ di Francesco Solimena che risale ai primi anni del 1700.
Il convento dei domenicani
Risalente al 1200 e restaurato recentemente nel 2012, il convento dei padri domenicani si sviluppa su tre piani. Al piano terra ci si trova di fronte al chiostro delle statue e alla sala riservata all’insegnamento. Al primo piano ci sono la Sala Refettorio, la Sala del Capitolato e la Sala della biblioteca che custodisce preziosi manoscritti antichi greci e latini, oltre ai numerosi libri di vario genere.
Al primo piano si trova anche il corridoio che porta alle celle dei domenicani, tra cui quella che ospitava Tommaso d’Aquino. All’interno si può ancora ammirare il dipinto originale del 1200 della Crocifissione che, racconta la tradizione, parlò al santo, oltre a un piccolo altarino con le sue ossa.
Il convento fu la sede dell’università di Napoli in due periodi storici, dal 1515 al 1615 e dal 1701 al 1736. Qui Tommaso d’Aquino insegnò teologia e si ricordano allievi importanti come Giordano Bruno e Tommaso Campanella.
Come e quando visitare la basilica
L’accesso alla chiesa è libero e gratuito tutti i giorni dalle 10 alle 18. Si possono inoltre effettuare visite guidate con percorsi e tariffe differenti, a seconda anche delle mostre che vengono esposte periodicamente nel complesso.
La Basilica di San Domenico Maggiore è aperta per chiunque voglia partecipare alle Sante Messe nei seguenti orari:
- alle 8.00 e alle 18.30 nei giorni feriali
- alle 9.00, 10.30 (tranne ad agosto), 12.00 e alle 18.30 nei giorni festivi.